Val Febbraro – Salto del Nido

Sabato 31 Gennaio 2015

Il fine settimana si preannuncia discreto per le cascate di ghiaccio, qualche colata in più rispetto agli ultimi giorni dovrebbe esserci, e mi metto d’accordo con Jacopo per una salita. Non pensiamo né alla gettonatissima Val d’Aosta né di andare troppo lontano, visto che siamo solo in due, così puntiamo alla Val Febbraro, bella valle sopra Madesimo, che solitamente presenta 5-6 belle e frequentate cascate, ma che negli ultimi anni ho visitato poco visto gli inverni non certo ottimi per le cascate. Poiché la meta non è troppo lontana da casa decidiamo di partire con calma, alle 6.00 da Verano, e senza nessuna fretta ci dirigiamo verso Madesimo.

Parcheggiamo in basso al paese e ci avviamo a passo spedito verso la Val Febbraro, con qualche altro ghiacciatore davanti a noi e mentre arrivano ancora 2-3 macchine di climber al parcheggio: oggi le cascate saranno affollate! La nostra meta è il Salto del Nido, bella cascata ideale da salire a fine stagione quando è gonfia di ghiaccio e si mostra come un larga e azzurra colata. Oggi invece sappiamo che sarà più magra del solito ma salibile, un amico di Jacopo infatti l’ha percorsa un paio di giorni prima.

Dopo il primo tratto in salita la strada diventa pianeggiante e si inoltra fra le cascate. Quelle sul ramo sinistro orografico, belle ed estetiche colate ma esposte al sole, oggi sono salibili ma per nulla invitanti, con ghiaccio sottile e piene di neve sui tratti appoggiati. La nostra cascata invece si trova dall’altra parte della valle, all’ombra, e già da lontano ne scorgiamo l’azzurra parte superiore.

Camminiamo senza troppi problemi sul sentiero pianeggiante, sfondando qua e là, ma, una volta arrivati alla base del canalone della cascata, ci mettiamo almeno mezz’ora per salire il ripido e sfondoso sentiero. Menomale che è già passato qualcuno stamattina che ha tracciato per noi, deve essere stata una faticaccia vista tutta la neve! Arrivati alla base scopriamo infatti che abbiamo davanti a noi altre 2 cordate, una composta da 2 persone e l’altra da 3. Poco male, la cascata è proprio larga e le linee di salita solo almeno 3, possiamo salire tutti assieme senza romperci le scatole a vicenda.

In poco tempo ci prepariamo e Jack parte sul primo tiro quando siamo ancora caldi dalla camminata. Il ghiaccio, dalla base, sembra decente e invece Jack mi dice che è tutto crostoso e vetroso, vedo infatti volare numerosi pezzi di ghiaccio dall’alto, sia per opera del mio socio che per le altre due cordate. Dopo aver finito la corda finalmente Jacopo mi recupera e riesco a scaldarmi un po’ sul tiro. Parto poi per la seconda lunghezza, con un bel muretto iniziale su ghiaccio bagnato, una goduria per piantare le piccozze, i chiodi e le punte dei ramponi senza fare troppo sforzo.

Se all’inizio siamo partiti sulla sinistra della cascata, pian piano ci accentriamo, seguendo il ghiaccio migliore e avvicinandoci alla cordata centrale. Il ghiaccio non è per niente buono, vetroso sul verticale e molto crostoso sull’appoggiato, per cui tutte e tre le cordate scaricano molto ghiaccio in basso. Vediamo infatti una bella compagnia di persone che sale lungo il canale di accesso alla cascata ma che, quasi alla base, decide di tornare indietro: saggia decisione, altrimenti si sarebbero presi tanto di quel ghiaccio in testa…

Oggi non mi sento troppo in forma e lascio gli ultimi due tiri a Jacopo, che li sale con calma, specialmente l’ultima lunghezza, un bel muro verticale con inizio molto tecnico e ghiaccio a candelette, con chiodatura non proprio banale. Arriviamo in cima belli stanchi, ci abbiamo messo un bel po’ a salire la cascata, tutta da pulire e senza ovviamente nessun buco per le picche. Scalare così è tutt’altra cosa che trovarsi davanti una cascata tutta ad agganci, come a Pontresina settimana scorsa! Anche questo fa grado…

Ora che prepariamo le doppie sono le 15.30, e pensare che un paio di anni fa nel salire la stessa cascata a quest’ora ero già a casa! Il pendio laterale di discesa è pieno di neve e poi Jacopo vuole allenarsi a fare qualche abalakov, così con tre doppie veloci scendiamo lungo la cascata, mettiamo la roba nello zaino e neanche alle 17.30 siamo alla macchina.

Direi che oggi ci è andata proprio di lusso: siamo partiti relativamente tardi e abbiamo evitato la fatica di tracciare avendo persone davanti e in più siamo stati i primi ad arrivare in cima e a scendere dalla cascata! Il salto del nido è sempre una garanzia…

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